Lun - Dom 9.00 / 18.00

Basilica di Santo Stefano

Edificio religioso, Bologna

Basilica di Santo Stefano: Informazioni sull'attrazione

Il complesso di chiese della Basilica di Santo Stefano, affacciato sull’omonima piazza, è dedicato al primo martire cristiano e sorge a Bologna sul luogo dove in epoca romana era presente un tempio dedicato alla dea Iside.

La prima delle chiese di Santo Stefano ad essere costruita, in ordine cronologico, fu quella del Santo Sepolcro, oggi riconoscibile per la sua caratteristica forma ottagonale, che sorse direttamente sul luogo dell'antico tempio utilizzando addirittura alcune delle sue colonne di marmo cipollino nella creazione della struttura.

La seconda chiesa in ordine di costruzione fu quella dedicata ai santi Vitale e Agricola, la prima a partire da sinistra guardando la facciata rivolta verso la piazza. Questa chiesa venne costruita e fortemente voluta dal vescovo di Bologna Petronio per dare un luogo di degna sepoltura alle spoglie mortali di Vitale ed Agricola, rispettivamente un cittadino romano e un suo schiavo che, convertiti al cristianesimo, trovarono la morte durante le persecuzioni di Diocleziano.

L'edificio principale che funge da entrata al complesso stefaniano è invece una chiesa di epoca longobarda dedicata oggi al Crocifisso.

Gli interni delle Sette Chiese

Entrando all'interno del complesso si ha subito l'impressione di trovarsi in un luogo pieno di storie sovrapposte. Le Sette Chiese di Bologna sono infatti note anche come la Piccola Gerusalemme in quanto i loro vari spazi rappresentano, secondo una stretta simbologia, i luoghi della passione di Cristo nella Città Santa.

L'esigenza di costruire un luogo di questo tipo nacque a seguito delle Crociate, quando i credenti manifestarono il desiderio di potersi recare a Gerusalemme per ottenere l'indulgenza. Ben presto ci si rese conto che soltanto i più ricchi e i più coraggiosi potevano affrontare questo viaggio. La chiesa decise quindi di ricostruire luoghi simili alla città di Gerusalemme nelle città italiane e di far sì che i fedeli che si recavano in preghiera in questi stessi luoghi potessero ugualmente ottenere l'indulgenza plenaria.

Seguendo questa simbologia troviamo quindi nella prima chiesa la cripta che funge da aula per l'ultima cena e il presbiterio rialzato, simbolo dell'aula di Pilato. Passando nella chiesa del Santo Sepolcro si trova al centro dell’edificio l'esatta riproduzione di quello che doveva essere nei tempi passati il Santo Sepolcro di Gesù nella città di Gerusalemme.

La chiesa era un tempo affrescata e la riproduzione della tomba di Cristo fungeva da sepoltura per San Petronio, vescovo e patrono della città che aveva voluto essere sepolto qui a ricordo del forte legame che ebbe con questo luogo.

In questo stesso edificio si trova, un po' isolata dalle altre, una colonna che simboleggia il momento della fustigazione di Cristo, portata probabilmente dalle terre mediorientali.

Proseguendo con la visita, si entra all'interno della chiesa dei Santi Vitale e Agricola, protagonista di uno degli episodi più scandalosi della chiesa bolognese. Nel 1141 vennero infatti ritrovate, durante i restauri, delle reliquie chiuse in un cofanetto di legno recante il nome greco Simon. Inizialmente considerate di poco peso, queste reliquie vennero rivalutate alla fine del XIV secolo quando le Sette Chiese stavano perdendo fama a favore della nascente Basilica di San Petronio. I monaci allora, desiderosi di avere un continuo flusso di pellegrini, cominciarono a raccontare che le reliquie trovate erano appartenenti a Simon Pietro, ovvero il padre della chiesa.

Le dicerie arrivarono fino a Roma e il Papa impose ai monaci di smentire questa versione dei fatti ricevendo però un netto rifiuto. Per tutta risposta il Papa decise di far scoperchiare la chiesa dei Santi Vitale e Agricola e di farla riempire di terra fino all'altezza delle bifore. La chiesa rimase in queste condizioni fino alla fine del ‘400 quando venne svuotata, riconsacrata e restaurata.

Uscendo all'esterno si incontra, nel primo cortile, un bacino di epoca Longobarda dall'uso misterioso, posto al centro dello spazio aperto per simboleggiare il catino in cui Pilato si lavò le mani. La chiesa che si affaccia dall'altra parte del cortile rappresenta il luogo della crocifissione e raccoglie oggi le lapidi dedicate ai caduti delle forze armate durante la Prima Guerra Mondiale.

Ultimo spazio da visitare della Basilica di Santo Stefano è il secondo cortile, costituito dal Chiostro Inferiore e da quello Superiore, che sono collegati con gli ambienti del monastero, l’ultimo edificio ad essere stato costruito e ancora oggi abitato dai monaci benedettini olivetani.

Una leggenda racconta infine che Dante, studente di diritto a Bologna, abbia tratto ispirazione per alcune delle terribili pene del suo famosissimo inferno dai capitelli zoomorfi ed antropomorfi che decorano il lato del Chiostro Superiore sotto al campanile.





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