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Torre Catalani

Edificio storico, Bologna

Torre Catalani: Informazioni sull'attrazione

La Torre Catalani si erge a Bologna in vicolo dello Spirito Santo, è alta 16 metri e venne costruita all'incirca nel 1200. Si trova accanto a un'altra famosissima torre della città di Bologna ovvero la Torre Galluzzi, che si slancia verso il cielo a pochi metri di distanza. 

La Torre Catalani è quasi invisibile agli occhi dei visitatori che passano rapidi per questi vicoli stretti del centro cittadino, ma nasconde in realtà una terribile leggenda legata alle divisioni interne alla città tra guelfi e ghibellini. 

La leggenda di Torre Catalani

La vicenda si svolge durante il XIII secolo, quando un membro della famiglia ghibellina dei Catalani, sotto richiesta di uno dei suoi nipoti, fece elevare la torre per riuscire a ingraziarsi l'amore di Virginia Galluzzi, che apparteneva invece ad una famiglia guelfa. La tattica ebbe successo e i due convolarono a nozze in segreto ma, una volta scoperti, vennero severamente puniti. L’appartenente alla famiglia dei Catalani venne passato per le armi mentre la sua amante venne costretta a togliersi la vita con le sue stesse mani. 

I riferimenti alla torre nell’Inferno di Dante Alighieri

Alla torre si ricollegano inoltre vari episodi dell’Inferno nella Divina Commedia dantesca. Al protagonista del primo di questi abbiamo in parte già accennato: stiamo infatti parlando di Celestino V, che venne ricordato da Dante Alighieri come “colui che per viltade fece il gran rifiuto”.

Dante inserisce infatti il celebre pontefice nella schiera degli ignavi, ovvero di coloro che in vita non avevano fatto né il bene né il male limitandosi a non farsi coinvolgere dalla politica e dalla vita. Dante inserisce Celestino in questa schiera per aver abdicato dalla carica pontificia dopo solo pochi mesi dalla sua elezione. Questi dannati erano costretti a correre senza una meta seguendo una banderuola che si muoveva così velocemente da far sì che non fosse possibile verificare che cosa realmente rappresentasse.

Anche un membro diretto della famiglia Catalani è ricordato all'interno dell'opera dantesca e portava il nome di Catalano figlio di Guido Di Donna Ostia. Capitano di parte delle truppe bolognesi nella famosa battaglia di Fossalta, Catalano morì all’Eremo di Ronzano, dove si era ritirato negli ultimi anni della sua vita.

Dante lo castiga mettendolo tra le anime ipocrite della sesta bolgia dell'ottavo cerchio infernale. La punizione che questi dovevano subire era quella di camminare schiacciati sotto pesantissime cappe di piombo dorate, che ricordavano come in vita avessero voluto dare a vedere all'esterno quello che per niente corrispondeva con le reali intenzioni interiori.

Come molte altre, Torre Catalani subì nel corso dei secoli vari cambiamenti di utilizzo, fino a essere annessa nel 1789 al monastero dei Frati Celestini. Proprio per questo motivo una delle sue porte d'ingresso è decorata da un affresco, oggi poco visibile, che ricorda il celebre Celestino V, Papa che fondò l'ordine che da lui stesso prende il nome. Attualmente è una delle sedi dell'Archivio di Stato di Bologna e gli interni si possono visitare soltanto previo accordo con questa stessa istituzione.

La torre è costruita in stile romanico, e risulta più tozza rispetto alle altre attualmente presenti in città forse perché, probabilmente, i piani superiori erano utilizzati a scopo abitativo mentre quelli più bassi per la vita quotidiana e per la difesa. La stessa famiglia Catalani risultava nei secoli passati proprietaria di altre torri, di cui una alta quasi come la Torre Asinelli, che non sono purtroppo giunte ai giorni nostri.