Lun - Dom 9.00 / 18.00

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

Edificio religioso, Ravenna

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo: Informazioni sull'attrazione

Nella centrale Via di Roma, la strada che ospita alcuni importanti monumenti di Ravenna come il MAR (Museo d’arte della città di Ravenna) e il cosiddetto Palazzo di Teodorico, si erge la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, eletta patrimonio UNESCO nel 1996.

Questa basilica affonda le sue origini nell’arianesimo, il culto professato dal re ostrogoto
Teodorico
(493-526), che ne ordinò la costruzione nel 505 d.C. per adibirla a chiesa palatina ovvero all’uso esclusivo della sua corte.

Con il passaggio della città nelle mani dell’impero bizantino, l’imperatore Giustiniano convertì tutti i luoghi di culto ravennati alla fede ortodossa, e la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo non fece eccezione. A quell’epoca (metà del VI secolo) la chiesa venne intitolata a San Martino di Tours, difensore della religione cattolica dalle eresie ariane: tradizione vuole che assunse il nome di Sant’Apollinare soltanto nel IX secolo, quando le spoglie del santo oggi patrono di Ravenna furono trasportate qui dal porto di Classe per proteggerle dai pirati. Per distinguerla dalla basilica omonima già esistente, venne aggiunto quindi l’aggettivo “Nuovo”.

Le decorazioni a mosaico degli interni

Il segno più evidente del passaggio dall’arianesimo alla consacrazione cattolica della basilica si ritrova senza dubbio nella bellissima decorazione a mosaico degli interni, in cui convivono entrambe le epoche e i corrispondenti stili iconografici.

Il ciclo di mosaici di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna si dispongono infatti su tre fasce sovrapposte, che corrono lungo le pareti della navata centrale. La più alta è anche la più antica, in quanto risale direttamente all’epoca teodoriciana: le scene rappresentate nei 26 riquadri sono tratte dalla vita di Cristo e per questo non furono modificate durante l’impero di Giustiniano, permettendoci di ammirare ancora oggi il più grande ciclo musivo del Nuovo Testamento.

Anche la fascia mediana, con i suoi Santi e Profeti che si stagliano su uno sfondo dorato, appartiene allo stesso periodo. Altra sorte ebbe invece la fascia più vicina all’osservatore, che originariamente mostrava tematiche legate alla fede ariana: questi mosaici vennero eliminati in toto dal vescovo Agnello, per essere sostituiti con una nuova decorazione a mosaico più consona alla fede ortodossa.

Ecco quindi che comparvero le due processioni dei Santi Martiri e delle Sante Vergini, figure dagli abiti preziosi e dalla gestualità ripetuta, che fronteggiandosi da un lato all’altro della navata si snodano verso l’abside.

L’unica eccezione nel processo di rimaneggiamento portato avanti da Agnello sono le scene raffiguranti il Porto di Classe - all’epoca il più grande porto dell’Adriatico - e il Palatium di Teodorico, le più iconiche, rappresentate in tutti i libri d’arte bizantina. Nel mosaico del palazzo di Teodorico, in particolare, si notano ancora distintamente alcune mani stagliarsi sul bianco delle colonne: probabilmente appartenenti alle figure del re e dei suoi dignitari, sfuggite alla eliminazione delle tracce del culto ariano.

Ritornati all’esterno di Sant’Apollinare Nuovo, possiamo osservare la semplice facciata in mattoni, tipica delle chiese ravennati, preceduta da un portico in marmo del XVI secolo altrettanto lineare.