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Archiginnasio

Edificio storico, Bologna

Archiginnasio: Informazioni sull'attrazione

Il Palazzo dell'Archiginnasio, in coppia con la Fontana del Nettuno, è una delle molteplici opere pubbliche messe in campo dal Papa Pio IV negli anni ‘60 del Cinquecento per ribadire il controllo papale sulla città di Bologna.

Costruito nel 1563, concentrò in un unico edificio le sedi dell'università bolognese, fino a quel momento sparse per tutta la città, soprattutto in corrispondenza di grandi complessi monastici come quelli sorti attorno alla chiesa di San Domenico e San Francesco. Il progetto architettonico si deve ad Antonio Morandi, architetto bolognese detto anche il Terribilia.

Le leggende narrano che l'edificio venne completato a velocità da record per impedire che si potesse concludere il progetto della Basilica di San Petronio ideato dall'architetto Arduino degli Arriguzzi e che prevedeva per la basilica stessa una dimensione maggiore di quella di San Pietro a Roma. Il risultato è ancora visibile oggi: rimanendo in piedi sotto il portico con l'entrata dell'Archiginnasio alle spalle è impossibile infatti non notare come il transetto della chiesa sia chiaramente non terminato.

Il cortile dell’Archiginnasio

Entrando all'interno dell'edificio si è immediatamente accolti dal cortile centrale, il luogo dove fino a pochi secoli fa avveniva la produzione, alla presenza di tutte le massime autorità cittadine, della teriaca, medicinale miracoloso tipico del bolognese composto da un insieme di più di 60 piante diverse, il cui dosaggio era tenuto segreto a tutti.

Il palazzo è diviso in due ali, quella a destra dell'ingresso riservata ai legisti, ovvero coloro che studiavano diritto, mentre quella a sinistra dedicata agli artisti ovvero coloro che si occupavano di tutte le altre materie chiamate all'epoca Arti.

Pareti e soffitti sono decorati dagli stemmi appartenenti alle famiglie degli studenti che volevano essere ricordate nel tempo in quanto l’aver frequentato l'ateneo bolognese era per loro motivo di vanto. Seguendo le decorazioni del soffitto è evidente come queste a un certo punto si interrompano in corrispondenza del lato opposto all'entrata dell'edificio. Questa interruzione è purtroppo dovuta ai danni subiti durante un bombardamento avvenuto il 29 gennaio del 1944 che distrusse completamente quel lato del loggiato.

Le sale del primo piano

Salendo ora al piano superiore troviamo più punti di interesse tra cui il Teatro Anatomico, la Biblioteca dell'Archiginnasio e la Sala dello Stabat Mater. Quest'ultima viene chiamata così in quanto fu il primo luogo ad accogliere in Italia un concerto dello Stabat Mater di Rossini, e fungeva all'epoca da aula magna per i legisti. La biblioteca dell'Archiginnasio, ancora oggi funzionante a pieno regime, è ora inserita tra le biblioteche dell'Ateneo bolognese e conserva alcuni dei manoscritti più antichi riguardanti la storia della città.

Il Teatro Anatomico, invece, è forse il punto più interessante di tutto l'edificio: utilizzato per le lezioni di anatomia conserva ancora, al centro dell'aula, il tavolo di marmo su cui venivano appoggiati i cadaveri per operare le autopsie. Accanto al corpo stavano gli assistenti mentre il professore li guidava seduto alla cattedra. Le decorazioni lignee della sala, arricchite dai ritratti dei medici dell'antichità, tra cui Galeno e Ippocrate alla destra dell’ingresso, vennero restaurate dopo il danneggiamento in seguito al bombardamento.

Entrando nel teatro ed alzando lo sguardo a sinistra si nota, al terzo livello, un'iscrizione divisa a metà da una linea che nasconde la presenza di una finestra, dietro alla quale sedeva durante le lezioni un membro dell’Inquisizione cittadina che controllava che gli insegnamenti del professore fossero conformi ai dettami della Chiesa cattolica.

Vero capolavoro sono i due scuoiati di Ercole Lelli, ovvero i due corpi umani rappresentati senza pelle che decorano la cattedra del professore, frutto di un felice periodo di connubio tra l’arte e la scienza. La loro precisione ed accuratezza era tale che venivano anche utilizzati durante le lezioni.

Sul ripiano sorretto dagli scuoiati stessi troneggia infine l'allegoria dell'Anatomia, alla quale un putto sta donando, in segno di omaggio e rispetto, un femore: dono certamente appropriato per l’opulenta signora.

Il palazzo dell’Archiginnasio smise di essere la sede dell'università nel 1803 quando, durante l'epoca napoleonica, si manifestò la volontà di dissociarsi dai luoghi del potere papale e il cuore dell'università venne spostato in via Zamboni, dove ancora oggi risiede.





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