Basilica di San Francesco: Informazioni sull'attrazione
La Basilica di San Francesco di Bologna, oggi completamente compresa all'interno del territorio urbano, si trovava invece al momento della sua costruzione all'esterno della cerchia di mura dei torresotti (la seconda cerchia muraria della città), ma comunque adiacente ad esse. La chiesa si affaccia infatti su Piazza Malpighi, dove è ancora visibile una delle poche porte superstiti di tale cinta che dà il nome alla via omonima, Via Porta Nova.
Il fatto che chiese e nuovi complessi monastici venissero costruiti subito al di fuori delle mura era prassi comune nel Basso Medioevo, momento in cui nacquero i grandi ordini monastici che necessitavano la vicinanza con la città ma, nello stesso tempo non vi trovavano spazi, essendo le città medievali già piene e sovra-costruite. Gli unici spazi a disposizione di questi nuovi grandi complessi erano dunque quelli subito esterni alle cerchie di mura che gli permettevano di entrare ed uscire comodamente dalla città per espletare le loro funzioni predicatorie e di elemosina.
A differenza di molte altre chiese nel territorio bolognese l'architetto che ideò il progetto non è conosciuto e questo porta a pensare che in realtà la basilica venne costruita dal lavoro comunitario dell'intero Ordine Francescano a partire dal 1236.
Poco rimane della chiesa originale, in quanto l'edificio venne ripetutamente danneggiato durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che lasciarono integro giusto qualche frammento della muratura.
Esattamente come la chiesa di San Domenico, anche questa basilica era inizialmente circondata da un grande cimitero di cui rimangono vestigia nelle cosiddette Tombe dei Glossatori, posizionate attorno all’abside. I glossatori che riposano all'interno del Recinto di San Francesco sono, in questo caso, Accursio, che donò alla città il palazzo ancora oggi sede comunale, Odofredo e Rolandino de Romanzi.
Gli interni di San Francesco
Come già detto, le decorazioni interne sono andate per la maggior parte perdute. Si salva, per fortuna, forse
uno dei maggiori capolavori medievali della città, ovvero la pala d'altare scolpita dai
fratelli Dalle Masegne tra il 1388 e il 1393.
Le formelle che la adornano riportano avvenimenti della vita di San Francesco e sono circondati da immagini dell'incoronazione della Madonna, di santi, del Padreterno ed aggiunte ottocentesche. Sul pinnacolo che svetta in cima a tutta questa decorazione è rappresentata una crocifissione mentre i pinnacoli più bassi sono decorati da otto busti di profeti.
Le cappelle che si irradiano attorno all'altare principale sono a loro volta figlie di decorazioni otto-novecentesca dirette dal
Rubbiani e da altri studiosi ed architetti che animarono la Bologna di quel periodo.
Molteplici monumenti sepolcrali adornano poi le mura della chiesa tra cui sono certamente da ricordare il
sepolcro di papa Alessandro V, morto a Bologna nel 1410 e quella di
Francesco Zambeccari. Quest'ultimo ebbe una vita certamente avventurosa, vita di cui oggi si è quasi persa traccia, che lo portò ad arruolarsi nel corpo reale delle guardie di Spagna, a combattere i pirati, ad essere denunciato dal tribunale dell'Inquisizione e infine ad appassionarsi agli esperimenti che stavano conducendo in Francia i fratelli Montgolfier. Da quel momento in poi intervallò altri viaggi ed avventure con una serie di esperimenti aeronautici, che lo videro vittima di molteplici incidenti fino a quello letale del 21 settembre 1812.
Affiancano la chiesa sul lato meridionale
due chiostri. Uno dei due, detto anche
Chiostro dei Morti, è visitabile solo in particolari occasioni ed è a sua volta ornato da monumenti funebri antichi. Il secondo chiostro, quello principale, accolse al suo interno la
Scuola degli Artisti fino al 1563, anno della costruzione dell'Archiginnasio, ovvero la parte dell'università che non si occupava dello studio del diritto, considerato principale, bensì di altre materie.