Museo del Risorgimento e Piazza Carducci: Informazioni sull'attrazione
Il Museo Civico del Risorgimento venne inaugurato a Bologna nel 1893, in un momento simbolico per la città. Bologna era impegnata infatti a costruire luoghi di cultura che raccontassero la sua storia passata, per esaltarla e collegarla alla nascente retorica nazionale del periodo post-unitario.
Nel 1990 le sue collezioni, prima custodite in altre sedi, vennero spostate al piano terra di Casa Carducci, ex abitazione del poeta, affacciata sull'omonima piazza.
Piazza Carducci è delimitata su un lato da Via del Piombo, strada dal nome decisamente curioso. Tale denominazione nasce dalla presenza in antichità di una chiesa appartenente alla Confraternita di Santa Maria della Pietà, che ospitava un'immagine della Pietà incisa su una lastra di piombo e ritrovata all'inizio del '500.
La storia della presenza di questo oratorio è legata a doppio filo quella della casa carducciana, in quanto l'abitazione del poeta non è altro che il rifacimento con riadattamenti moderni dell'antico luogo di culto. Durante i più recenti restauri sono infatti state trovate numerose vestigia del vecchio edificio a testimonianza della continuità architettonica tra ciò che oggi si vede e ciò che nei secoli passati era l'antica funzione di questo luogo.
L'oratorio rimase attivo fino al 1798, quando venne chiuso dalle truppe napoleoniche, mentre Carducci abitò qui dal 1890 fino alla sua morte, sopraggiunta nel 1907. La scelta di collocare qui il Museo del Risorgimento parve decisamente opportuna perché Carducci rappresentava, agli occhi dei curatori, la perfetta incarnazione della borghesia tardo ottocentesca, e così anche la sua ultima abitazione.
Il complesso scultoreo dedicato a Carducci
L'esterno di questo complesso venne poi abbellito dalla costruzione di un
monumento Liberty in onore del poeta, inaugurato nel 1928 alla presenza delle autorità cittadine e dei reali di casa Savoia.
Ponendosi di fronte a questo
enorme complesso scultoreo si scorge a sinistra la rappresentazione dell'Amore, sentimento espresso dal poeta in molti componimenti. A destra si trova invece una parte più imponente, con un cavallo montato dalla Libertà ed accompagnato dalla Rima e dal Ritmo.
Al centro della composizione è chiara invece la
rappresentazione del poeta con alle spalle, a fare da sfondo, il grande trittico in altorilievo che secondo il volere dello scultore doveva rappresentare “la sintesi dell'opera letteraria (del Carducci)”. Leggendolo allegoricamente da sinistra verso destra individuiamo il percorso artistico del poeta: dalle opere più giovanili si passa per le “Odi barbare”, fino all'ultima fase dedicata alle canzoni e ai componimenti riferiti alla storia patria.
Le collezioni del Museo del Risorgimento
Il Museo del Risorgimento è
diviso in 5 sezioni arricchite da tantissimo materiale, dall’aula didattica ma soprattutto dalla presenza della
biblioteca del poeta implementata in tempi moderni con nuovi libri e documenti di ogni tipologia. È diventata quindi un
punto di riferimento imprescindibile per gli studiosi del Risorgimento bolognese e non solo.
Le 5 aree del museo si incentrano sull'età napoleonica, sulla Restaurazione, sulla fase che va dall'Unità d'Italia fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, e infine sul coinvolgimento di Bologna nella guerra stessa. L’allestimento rispetta un ordine cronologico, e cerca di privilegiare avvenimenti e protagonisti della storia locale.
La prima idea di creare questo tipo di collezione arrivo in città nel 1796 assieme alle truppe napoleoniche e, come già detto, proseguì anche per tutto il secolo successivo fino all'ultima traslazione delle collezioni in questa sede.
Gli oggetti conservati all'interno delle sale appartengono al
mondo militare ma non solo. Possiamo trovare quindi molti tipi di armi differenti, bandiere e uniformi ma anche oggetti simbolici utilizzati dai patrioti e manifesti ed opuscoli prodotti a scopo di propaganda e per convincere la popolazione a cavalcare l'ondata rivoluzionaria.
Nel 1884 alcuni di questi oggetti vennero spediti a Torino in occasione dell'Esposizione Nazionale, nell’ambito di una mostra dedicata al Risorgimento Nazionale alla quale Bologna partecipò.