Piazza, Bologna
È difficile oggi immaginare quanto fosse differente l'area della città che circonda la facciata del Palazzo della Mercanzia di Bologna. Nei tempi antichi, infatti, questa zona era animata dal grande mercato cittadino: si pensi che sotto il controllo visconteo della città, le torri Asinelli e Garisenda vennero dotate di un'alta fortificazione di legno che permetteva ai soldati di controllare ciò che accadeva e di evitare pericolosi assembramenti di uomini.
Di fronte al palazzo e alla Piazza della Mercanzia sorgeva dunque un tempo il quartiere del mercato, detto anche del quadrilatero, che nascondeva tra il susseguirsi dei suoi edifici tre antiche torri: la torre Artenisi, la torre Guidozaghi e la torre Riccadonna. I tre edifici vennero sfortunatamente abbattuti nel 1919 nell'ambito dei lavori per l'allargamento di via Rizzoli, nonostante le ripetute proteste di professori e studiosi e nonostante una petizione di accademici firmata addirittura anche dal poeta D'Annunzio.
Attualmente sede della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura ed Artigianato di Bologna, il Palazzo della Mercanzia venne costruito a partire dal 1384 secondo un progetto di Lorenzo Bagnomarino ed Antonio di Vincenzo, lo stesso di Vincenzo che qualche anno più tardi si occuperà anche della Fabbrica di San Petronio. All’interno del palazzo si svolgevano funzioni di gabella e di dogana e il cantiere terminò nel 1391.
La sua forma attuale ha subito nel corso degli anni varie ricostruzioni, da ultima quella del 1949, resa necessaria dall'esplosione di una bomba fatta brillare nelle vicinanze durante il Secondo Conflitto Mondiale dopo che aveva toccato il suolo completamente intatta. L'esplosione fece quasi completamente crollare la parte sinistra della facciata.
Un precedente momento di restauro era avvenuto durante l’epoca di Giovanni II Bentivoglio in città. La vicina Torre de Bianchi era infatti rovinosamente crollata distruggendo parte dell'edificio, uccidendo molti passanti e intrappolandone altri al di sotto delle macerie. Un facchino, che venne estratto vivo dopo molte ore sotto le macerie, creò un simpatico siparietto dichiarando di aver scambiato le trombe, fatte suonare da Giovanni per dare l'allarme alla cittadinanza, per le trombe del giudizio universale.
Un piccolo balcone che decora ancora oggi la facciata, al momento impraticabile per motivi di sicurezza, veniva utilizzato nei tempi antichi dai giudici del Tribunale dei Mercanti per leggere comunicazioni e sentenze. I condannati venivano spesso legati ad un anello, ora rimosso ma ancora visibile in alcune stampe, infisso nella colonna centrale del portico ed esposti al pubblico ludibrio.
Una delle particolarità dell'edificio è la lapide che lo decora nel lato rivolto verso Via Castiglione. Lo scritto ricorda come, nel 1417, venissero concessi alcuni privilegi agli studenti dell'Università di Bologna. Tra questi vi erano ad esempio il non dover pagare libri, vettovaglie e vestiti. L'interno di Palazzo della Mercanzia non è ad oggi visitabile, se non in particolari occasioni, in quanto ancora funzionante come Camera di Commercio di Bologna.
In una delle stanze principali si possono vedere ancora i simboli delle principali corporazioni di mestiere della città come ad esempio quella degli Orefici, dei Barbieri, dei Salaroli e molte altre. La cosa più curiosa custodita all'interno del palazzo sono però sicuramente le ricette dei piatti tradizionali bolognesi, così preziose da essere messe per iscritto e depositate in custodia a questo istituto.
Tra le ricette conservate ricordiamo quella del certosino di Bologna, del ragù bolognese, del ripieno originale dei tortellini e delle lasagne verdi. L'oggetto però certamente più interessante è la cosiddetta “tagliatella d'oro”: una vera e propria tagliatella fatta di foglia d'oro che testimonia le corrette misure da mantenere nel momento della creazione di questa tipica pasta all'uovo.