Parco, Bologna
Di tutti i giardini pubblici di Bologna, i Giardini Margherita sono certamente i più grandi e frequentati.
Il grande polmone verde della città venne progettato dal Conte di Sambuy, già attivo a Torino negli anni precedenti, e poi costruito nel 1879 prendendo il nome dalla Regina Margherita, moglie di Umberto I di Savoia, all'epoca Re d'Italia. Lo stesso conte supervisionò la messa in opera del progetto in cooperazione con Tubertini, architetto ufficiale del comune, che già si era occupato di altri luoghi pubblici della città come, ad esempio, lo Sferisterio.
Il terreno su cui ancora oggi sono situati i giardini venne venduto al Comune di Bologna dal Conte Angelo Tattini per qualche centinaio di migliaio di lire, e i lavori cominciarono nel 1874 per finire 5 anni dopo.
L'inaugurazione avvenne il 6 luglio del 1879 dopo che, durante i lavori di costruzione, venne alla luce un'estesa e importante necropoli etrusca. Scavata in loco, molti dei reperti rinvenuti vennero rimossi e si trovano ancora oggi all'interno delle collezioni del museo civico archeologico, mentre alcune delle tombe di travertino sono state lasciate all'interno dei giardini e ancora oggi adornano il parco principale.
La superficie totale dei Giardini Margherita si estende per 26 ettari. Ben poco è stato cambiato del loro aspetto originale: cuore della composizione del Sambuy è un laghetto artificiale sul quale, fino a pochi decenni fa, i bolognesi potevano navigare affittando piccole imbarcazioni o, in occasione di gelate, potevano addirittura pattinare sul ghiaccio.
Dalla loro inaugurazione in poi, i giardini furono protagonisti di molteplici iniziative a partire dall'esposizione emiliana su agricoltura ed industria del 1888, passando per competizione automobilistiche ed ippiche fino ai tempi più recenti, che li vedono al centro di molteplici manifestazioni in particolar modo durante il periodo primaverile e estivo.
Proprio in occasione dell'esposizione del 1888 i giardini vennero abbelliti con una fontana, che venne poi smontata e ricostruita al centro dell'attuale Parco della Montagnola. Il parco è dotato di varie entrate e, di fronte alla cancellata che li collega a Porta Santo Stefano, cancellata originale delle antiche mura della città, si trova il monumento equestre a Vittorio Emanuele II, un tempo collocato al centro di Piazza Maggiore e qui spostato nel 1944.
Al centro dei Giardini Margherita sorge ancora una scuola inaugurata all'inizio del secolo scorso e pensata per accogliere i ragazzi di salute cagionevole, permettendo loro di frequentare le lezioni in un ambiente salubre lontano dal centro cittadino. Ciò che però tutti bolognesi di una certa età ricordano con affetto e stupore era il piccolo zoo che abitava un angolo dei giardini e che comprendeva, per la gioia e la meraviglia dei bambini, cerbiatti, caprette e una gabbia con due grandi leoni. Alla morte degli animali lo zoo è stato chiuso ed è oggi sostituito con la realistica ricostruzione di alcune capanne villanoviane utilizzate a scopo didattico, ovvero appartenenti alla cultura etrusca locale così chiamata perché i primi reperti vennero ritrovati in località Villanova.
Dal punto di vista botanico molteplici specie possono essere ritrovate all'interno del giardino, a partire da cedri, pini, ippocastani, farnie, cipressi, querce, platani e addirittura una sequoia.
All'interno del giardino si trovano poi diverse strade strutturate in maniera quasi concentrica, che vennero pensate per permettere il passeggio in sicurezza di carrozze e pedoni in quanto in un primo periodo si erano verificati eccessivi incidenti a discapito di questi ultimi.
Cuore estivo dei Giardini Margherita, oltre allo chalet sul lago, sono certamente gli ex locali delle serre, riaperte nel 2014 e trasformate in uno dei locali di tendenza del centro cittadino che proprio dall'ex-serre deriva il suo nome. Nei loro spazi riadattati si trovano poi anche luoghi dedicati a laboratori e co-working.