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Basilica di Santa Maria dei Servi

Edificio religioso, Bologna

Basilica di Santa Maria dei Servi: Informazioni sull'attrazione

La Basilica di Santa Maria dei Servi venne fondata a Bologna dall'ordine dei Servi di Maria, entrati in città nel 1265. La costruzione dell'edificio cominciò fin dal 1346 e venne conclusa all'incirca una decina di anni dopo. I primi lavori di ampliamento si registrano tuttavia già nel 1381, sotto il coordinamento dell'architetto Andrea da Faenza che era in quel momento anche Padre Generale dello stesso ordine.

Come molti altri luoghi della città di Bologna, anche questo ha subito restauri in epoche recenti, in particolar modo tra il 1910 e il 1927, in un cantiere gestito da Guido Zucchini.

La prima caratteristica che rende questa chiesa estremamente riconoscibile è la presenza, di fronte alla facciata principale, di un grande quadriportico. Nonostante sembri un insieme architettonico omogeneo, è stato in realtà costruito in epoche differenti: la parte accanto alla chiesa risale infatti al 1393, mentre la sua prosecuzione lungo Strada Maggiore è di un secolo successiva. Infine, il completamento frontale alla chiesa risale all'inizio del XVI secolo.

Il fianco della chiesa è decorato invece da alcune lunette affrescate con le storie della vita di San Filippo Benizzi, purtroppo oggi molto rovinate e quindi di difficile lettura.

La facciata principale in laterizio è caratterizzata dalla presenza di un oculo tamponato appartenente a un rosone mai realizzato, e da un imponente ma al contempo semplice portone che ci conduce all'interno della chiesa.

Gli interni di Santa Maria dei Servi

Santa Maria dei Servi è divisa in tre navate. Molte delle sue cappelle sono decorate da veri e propri capolavori artistici dei secoli passati, eseguiti da alcuni degli artisti più importanti di Bologna, che lavorarono anche in molte altre città, quali ad esempio Marcantonio Franceschini, Denis Calvaert, Luigi Crespi e Lippo di Dalmasio.

L'altare è decorato da un dossale interamente di marmo scolpito nel ‘500 da Giovanni Angelo Montorsoli. Sempre nell'abside si trova il coro ligneo in parte disegnato dallo stesso Andrea da Faenza, responsabile della costruzione della primitiva chiesa, e dal maestro di Antonio Di Vincenzo, che sarà il primo coordinatore della futura fabbrica di San Petronio.

Il vero e proprio tesoro artistico di questa chiesa è però senza ombra di dubbio la maestà di Cimabue, conservata in una delle cappelle che si affacciano sulla parte absidale dal lato prospiciente a Strada Maggiore. La grande pala, alta più di 2 metri, rappresenta la Madonna assisa in trono con in braccio Gesù. Sulla sua regia seduta si affacciano due angeli con ali policrome che accompagnano e concludono con grazia tutta la composizione.

È questa una mirabile opera del Duecento, considerata anonima fino al 1885 anno in cui, a seguito di un riacceso interesse all'interno dell'ambiente accademico, venne attribuita al Cimabue e alla sua bottega e identificata come precedente agli affreschi di Assisi, cominciati nel 1288. Questa tarda attribuzione è dovuta al fatto che la tavola fu notevolmente danneggiata dal corso dei secoli e sovradipinta da autori successivi.

Un’altra importante presenza artistica da segnalare nella basilica dei Servi è quella di alcuni lacerti di affreschi trecenteschi di Vitale da Bologna conservati nella crociera del campanile. Vitale è uno degli Artisti che svelò in maniera più significativa all'interno della sua produzione pittorica il clima che si respirava nella Bologna del XIV secolo: in città l'economia era fiorente e l'università aveva ormai raggiunto l'apice del suo sviluppo divenendo polo di attrazione per gli studenti di tutta Europa. Sono conservate altre opere dello stesso Vitale presso la Pinacoteca e altri musei.

La decorazione di Santa Maria dei Servi è completata da quella della sagrestia, eseguita da Giuseppe Marchesi e Vittorio Bigari nel corso del 1700.

Il convento adiacente alla chiesa, una volta direttamente collegato con la basilica, venne espropriato durante l'epoca napoleonica e ospita oggi una caserma dei Carabinieri. Si può visitare soltanto in occasione di aperture straordinarie.