Attrazione, Bologna
All'inizio del Novecento in molte città si sentì l'esigenza di spostare i mercati ortofrutticoli, che fino a quel momento si trovavano nelle piazze principali, in aree dedicate con determinate condizioni igienico-sanitarie. Nacquero così in quel momento i grandi mercati coperti.
Il Mercato delle Erbe di Bologna rientra esattamente in questa tipologia. L’edificio venne aperto nel 1910 dopo essere stato progettato da Arturo Carpi e Luigi Melucci, destando meraviglia tra i contemporanei e gli architetti soprattutto per la sua copertura, in quanto interamente realizzata in ferro e vetro, una soluzione molto avveniristica per i primi anni del ‘900.
Prima della costruzione del Mercato delle Erbe questo luogo era occupato da una caserma, mentre anticamente era stato il terreno sul quale sorgeva una chiesa dedicata ai Santi Gervasio e Protasio, inaugurata nel V secolo.
L'interno venne dedicato alla collocazione delle bancarelle per la vendita dei più svariati generi alimentari, si trattasse di frutta, verdura, carne o di qualsiasi altro prodotto tipico locale. Per quanto oggi sia ancora abbastanza fedele alla sua versione originale, una parte nel mercato è stata restaurata alla fine degli anni ‘40 perché fortemente danneggiata durante i bombardamenti che la città di Bologna subì durante la Seconda Guerra Mondiale.
In tempi recenti, mentre il mercato stava vivendo un momento di crisi, si è deciso di trasformare e adattare alcune sue aree per aprirle alla ristorazione. Il risultato di questa riqualificazione è stato quello di rimettere la struttura del Mercato delle Erbe al centro della movida bolognese e non è quindi raro trovare nei pressi dell'edificio un grande affollamento di giovani durante il weekend. Al suo interno si possono trovare luoghi dove stuzzicare e veri e propri ristoranti ricavati dagli antichi negozi alimentari.
Se ad esempio vi venisse voglia di fare un aperitivo, utilizzando l'uscita secondaria del mercato vi troverete di fronte il bar Senza Nome, un bar gestito e coordinato da persone sordomute e nato appositamente per occuparsi dell'inserimento lavorativo dei soggetti con questo tipo di disabilità. Entrando potrete scegliere se ordinare normalmente lasciando che loro leggono il vostro labiale oppure se cimentarvi, grazie ad alcuni suggerimenti posti sul muro, in un ordinazioni con il linguaggio dei segni.
All'interno del mercato si possono ancora oggi trovare le grandi eccellenze della produzione emiliano-romagnola. Sulle bancarelle della frutta e della verdura non mancano i prodotti locali come ad esempio i kiwi e qualsiasi altro tipo di ortaggio proveniente dalla sconfinata Pianura Padana.
I negozi dediti invece alla vendita di salumi e formaggi sono un trionfo di leccornie su cui regna, primo tra tutti, il Parmigiano Reggiano. Tra le sue bancarelle si possono trovare anche rivenditori autorizzati per l'aceto balsamico tradizionale di Modena, affiancato spesso da etichette di oli di oliva locali riscoperti in tempi recenti.
Il Mercato delle Erbe è stato ufficialmente riconosciuto un “mercato storico” grazie ad una delibera comunale: con queste premesse le nuove e giovani attività si sono dovute adattare alle vecchie insegne che, considerate testimoni di un importante passato, non possono essere cambiate. Si sono quindi create curiose e a volte divertenti combinazioni come quella che vede la targa di una macelleria campeggiare su quello che oggi è un ristorante dedito esclusivamente alla cucina vegetariana.
Mercati simili si possono trovare in altre città vicine a Bologna e vale la pena citare il mercato Albinelli a Modena, fondato negli anni Trenta ad imitazione di quello bolognese per liberare dalle bancarelle la grande Piazza del Duomo.