Edificio storico, Bologna
Lungo la via di Gaibola a Bologna si trova l'accesso al parco pubblico di Villa Ghigi. Il parco ha oggi una superficie di poco meno di 30 ettari e si trova relativamente vicino al centro cittadino, poco fuori da Porta San Mamolo: la sua posizione fa sì che si possano apprezzare meravigliosi scorci sulla città di Bologna.
Inaugurato nel 1975, il parco è sempre stato sede di grandi laboratori, iniziative e manifestazioni organizzate dal Comune di Bologna e dalla Fondazione Villa Ghigi, che dal 2004 si occupa della gestione del parco.
Villa Ghigi è uno dei migliori esempi che si possano trovare di integrazione e interazione tra attività agricole e spazi comunali, poiché è un susseguirsi di zone coltivate e aree naturali ad uso pubblico. La particolarità di questo parco è proprio il fatto di mantenere in sé alcune delle caratteristiche ormai quasi completamente perdute nel panorama della collina bolognese, sia dal punto di vista agrario che dal punto di vista naturale.
Il suo nome deriva dalla presenza di una villa, tipica residenza collinare di famiglie nobili bolognesi, fondata e costruita a partire dal 1600 o in periodi addirittura precedenti, secondo alcune ipotesi.
La villa è purtroppo al momento quasi completamente inagibile e la fondazione è ospitata all'interno del cosiddetto “Palazzino” ovvero una delle case coloniche che circondavano la casa padronale.
Moltissime delle importanti famiglie senatorie nella città di Bologna si alternarono nel possesso di questo spazio e tra queste vale certamente la pena ricordare la famiglia Malvezzi, responsabile, ad esempio, di una delle congiure finali prima della cacciata dei Bentivoglio da Bologna.
La villa passò infine nelle mani della famiglia Ghigi nel 1864, che la abitò fino al 1972. Fu l'abitazione di uno dei rettori dell'Università di Bologna: Alessandro Ghigi, che divenne un affermato geologo e naturalista e che sedette nella posizione più alta della Alma Mater dal 1930 al 1943. Per sua volontà, seguita poi da quella degli eredi, l'intera proprietà venne donata al Comune di Bologna.