Bologna non è conosciuta per i suoi dolci, penserete. A farla da padrone qui sono ben altri piatti, quelli che hanno reso la città una mecca per gli appassionati di cibo di tutto il mondo e che potete scoprire con un food tour dedicato. D’accordo, le lasagne e i tortellini stanno alla base dell’alimentazione cittadina, ma cosa sarebbe Bologna senza i dolci tipici della tradizione?

Uno lo avete probabilmente già provato: è la zuppa inglese, un dolce al cucchiaio presente in tantissimi menù, dall’aspetto molto pop con i suoi strati colorati di fucsia (pan di Spagna o savoiardi imbevuti di alchermes), giallo (crema pasticcera) e marrone (crema al cioccolato).

Oggi però parliamo di altri quattro dolci super tradizionali, quelli preparati dalle nonne bolognesi per intenderci. Meno comuni rispetto alla zuppa inglese, ma facilmente reperibili nelle pasticcerie e panetterie della città.

Alzi la mano chi ha mai sentito parlare della pinza, del certosino, delle raviole con la mostarda o della torta di riso! Quattro dolci dal gusto e consistenza particolari che il foodie che c’è in voi non vedrà l’ora di scoprire.

1. Raviole con la mostarda

Cominciamo con le raviole bolognesi, un dolce dalla caratteristica forma a mezzaluna a base di pasta frolla ripiena di mostarda bolognese. Le raviole sono ottime a colazione inzuppate nel latte ma anche al termine del pasto, bagnate nel vino rosso. Quando si parla di raviole si usa quasi sempre il plurale, perché mangiarne soltanto una è praticamente impossibile.

raviole dolci di Bologna

Il guscio esterno si prepara con farina, zucchero, burro e uova, su cui viene adagiato un cucchiaio generoso di mostarda, una marmellata dal colore scuro a base di mele e pere cotogne, e arance. Una volta ripiegata a mezzaluna, le raviole passano in forno e poi vengono spennellate con l’alchermes e ricoperte di zucchero semolato.

Come tante ricette tipiche le raviole nascono dalla tradizione contadina, il che di norma significa che gli ingredienti utilizzati per prepararle sono pochi e semplici. La loro storia è particolare: in occasione della festa di San Giuseppe, il 19 marzo, venivano appese alle siepi a mo’ di palline di Natale per celebrare l’inizio della primavera e la ripresa del lavoro nei campi.

2. La pinza bolognese

Un altro dolce che racchiude un cuore tenero di mostarda bolognese è la pinza, in origine preparata nelle case dei bolognesi durante le feste di Natale. Oggi si trova tutto l’anno dal fornaio (ma non solo) e ha l’aspetto di un filone di pane schiacciato, ricoperto di croccanti zuccherini.

La ricetta è semplice e l’impasto è molto simile a quello delle raviole; una volta steso a rettangolo viene ricoperto con un goloso strato di mostarda e poi avvolto su se stesso. Da qui sembra derivare il nome pinza, perché l’operazione di chiusura fa sì che l’impasto stringa il ripieno proprio come fosse una pinza.

Se non l’avete ancora provato, il consiglio è di mangiarne una fetta per merenda accompagnato da una tazza di tè o un buon caffé.

3. Il certosino

Restando in tema natalizio, ecco il re dei dessert bolognesi.
Facciamo una piccola premessa: il certosino ha un sapore deciso, molto particolare, che non piace a tutti. È uno di quei dolci che odi o che ami, senza vie di mezzo.

Se non siete particolarmente amanti dei canditi, forse il certosino non è proprio il vostro dolce. Aspettate però di scoprirne gli ingredienti prima di scartarlo a priori.

certosino di Bologna

Chiamato anche panspeziale, il certosino è una vera e propria esplosione di gusto dato dall’unione di mandorle, pinoli, frutta candita, farina, miele, cioccolato fondente e cacao, mostarda, e altri sapori decisi e speziati che impastati fra di loro creano un dolce carico di energia - perfetto per le fredde giornate invernali.

Ma perché si chiama “certosino”? La spiegazione è piuttosto immediata: il nome ha origine nel Medioevo, quando la preparazione di questo dolce era riservata proprio ai monaci di ordine certosino.

4. La torta di riso

E infine, la torta di riso, un must fra i dolci della tradizione bolognese.
Se l’avete ordinata almeno una volta al ristorante avrete notato che questa torta arriva tagliata a rombi, mai in altra forma. Come mai? Questione di tradizione!

Il gusto della torta di riso è inconfondibile, ma ancora più particolare è la sua percezione in bocca. Gli ingredienti base sono il latte e il riso che rendono la torta morbida ma consistente al morso (e fanno venire voglia di mangiarne subito un altro pezzo).

torta di riso bolognese

Il suo profumo fantastico deriva dall’aggiunta di mandorle pelate e tritate, cedro candito e liquore di mandorle amare, che oltre a conferirle un sapore speciale servono anche a bilanciare la dolcezza della torta.

Anche in questo caso dobbiamo ricercare l’origine del dolce nella tradizione religiosa di Bologna: la torta di riso veniva infatti preparata per la festa degli Addobbi, una celebrazione cattolica che risale alla fine del Seicento, che cadeva in giugno.