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Antico porto fluviale di Bologna

Zona di interesse storico, Bologna

Antico porto fluviale di Bologna: Informazioni sull'attrazione

Passeggiando lungo la via Don Minzoni, non lontano dalla stazione centrale, si raggiunge un luogo molto significativo per la storia economica della città. Si tratta della zona dell’antico porto fluviale di Bologna, oggi scomparso ma un tempo importantissimo snodo commerciale, che nel Medioevo contribuì a rendere la città una grande potenza economica.

Facciamo un passo indietro. Tra il XII e il XVI secolo a Bologna venne costruita una rete di canali che trasportavano le acque del fiume Reno e del torrente Savena dalle colline circostanti direttamente in centro, collegando la città con il fiume Po e permettendo così di rifornirla di acqua ed energia meccanica. Questi canali esistono ancora, ma salvo qualche breve tratto (come quello del Canale delle Moline visibile dalla Finestrella di via Piella), a partire dagli anni ‘50 sono stati completamente interrati.

Fu così che Bologna poté sfruttare le acque come forze motrici per azionare i suoi mulini, fondamentali nella lavorazione della seta e nella conseguente produzione di tessuti; sin dal XIV secolo, dunque, lungo le vie d’acqua cittadine si susseguivano decine e decine di ruote di mulini. Ben presto la città raggiunse il primato in Italia nel settore tessile, al pari soltanto di Milano.

Attorno alla metà del Cinquecento, l’incremento dei commerci e la necessità di trasporto di beni e prodotti rese necessaria la costruzione di un porto urbano proprio nell’attuale zona del Parco del Cavaticcio - che prende il nome dal canale omonimo - alla fine di via Don Minzoni.

In seguito alla sua demolizione del 1934, degli edifici che ruotavano attorno al porto rimane oggi soltanto la Salara, il magazzino del sale che sorgeva sulla banchina di sinistra del canale e che attualmente ospita il Cassero, centro LGBTI di Bologna. La dogana e la Chiesa dei Lavandai furono invece abbattute nel 1934.

Dal 2000 in poi la zona dell’antico porto di Bologna ha trasformato la sua vocazione divenendo un polo culturale e artistico chiamato Manifattura delle Arti, che accoglie il MAMbo (Museo d’Arte Moderna di Bologna), la sede della Cineteca di Bologna con il Cinema Lumière e il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna. D’estate il giardino pubblico del Cavaticcio e il suo canale, inaugurati nel 2011 dopo alcuni lavori di riqualificazione, accolgono anche concerti e festival come il Biografilm.





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